Ifigonia

ATTO II

SCENA: La stessa sala. Sono presenti i principi pretendenti di Ifigonia col loro seguito


ALLAH BEN DUR
Ho riempito un orinale col sudore delle bale!

DON PEDER ASTA
Ho riempito un gran mastello colla broda dell'uccello!

UCCELLONE
Ho riempito tre bidoni colla broda dei coglioni!

KIRO HITO
Ho riempito una caserma solamente con lo sperma!

ALLAH BEN DUR
Ho creato un nuovo lago col prodotto del mio mago!

GRAN CERIMONIERE (imponendo il silenzio)
S'avanzino senz'altro i pretendenti;
(rivolto al popolo)
voi fate largo, ed al culo state attenti.

ALLAH BEN DUR
Io sono Allah Ben Dur dal poderoso uccello
e vengo dall'Arabia a dorso di cammello;
il viaggio fu assai lungo e senza tappe
sicchè dal gran sudore mi bruciano le chiappe.
Raggiunta in fin la meta di sì tremendo viaggio
ho piedi, culo e fava che puzzan di formaggio.
Sul dorso di cammel so far mille esercizi,
infransi più di un culo all'ombra dei palmizi.
I miei coglion lucenti, senza badare al puzzo,
sembran per volume le uova di uno struzzo;
son bruno, ardito e forte, devoto mussulmano,
son dell'Arabia intera certo il miglior banano.
Ai vostri piè depongo il mio ferrato uccello
con l'aiuto di Allah sciorrò l'indovinello.

IFIGONIA
Avvenne un dì che un nobile prelato
lo mise tutto in culo a un capriolo;
un figlio dal connubio essendo nato,
si domanda: com' era tal figliolo?

(Allah dà segni di incertezza)

GRAN CERIMONIERE
Se non mi rispondi nella settimana
mi faccio del tuo scroto una sottana.

(Allah è sempre più confuso)

ALLAH BEN DUR
Veramente ... quel prelato ...
dentro il cul del capriolo ...
non so dire ... avrà pigliato ...
perlomeno un pò di scolo ...

POPOLO (furente, facendo gli scongiuri)
Noi siamo infelici, noi siamo scontenti,
ti secchino il cazzo i nostri accidenti!
Gli uccelli si affoscino in segno di duolo,
quel brutto vigliacco ci parla di scolo!

(Il principe è trascinato via a viva forza)

GRAN CERIMONIERE
Il primo pretendente è bell'e fritto,
venga il secondo a cazzo ritto.

DON PEDER ASTA
Io son Don Peder Asta, gran nobile spagnuolo,
astuto oltre ogni dire; viaggio col protargolo
e sei preservativi per non subire l'onta
di prendermi lo scolo all'atto della monta.

IFIGONIA
Principe saggio, devi dire a me
da quanti giorni non fò più il bidè!

DON PEDER ASTA
Fidandomi del senso dell'olfatto,
ti debbo dire che non l'hai mai fatto.

POPOLO (incazzatisimo)
Lo sanno le troie, lo sanno i lenoni
i cazzi lo sanno, lo sanno i coglioni!
Nel dì di Giunonia, con mossa pudica
la cara Ifigonia lavossi la fica;
coi suoi venti chili di augusto formaggio
fu fatta una palla di un metro di raggio.
Al prence sia data la pena infamante
di prenderlo in culo dal sacro elefante!

RE
Voglio sian esauditi del popolo i voleri;
venga Bel Pistolino, coi suoi cento staffieri;
quaranta archibugieri, intanto, piano piano,
lo aiutino un pochino col palmo della mano;
e nel caso imprevisto che non gli venga duro,
lo sfreghino senz'altro contro il muro.

(S'avanza Bel Pistolino con evidenti segni di giubilo)

POPOLO (in delirio)
Pompa, pompa come un mulo
fagli tremare le chiappe del culo!
Daglielo molle, daglielo duro,
fagli tremare quel buco oscuro!
Daglielo duro, daglielo molle,
fagli tremare quel buco folle!.

GRAN SACERDOTE
A quanto sembra anche il secondo è fritto,
ben venga il terzo a cazzo ritto!

UCCELLONE
Sono il nobile Uccellone sono conte e son barone;
la mattina, appena desto, me lo meno lesto lesto,
poi mi sparo a colazione, qualche rapido raspone;
quattro seghe a mezzogiorno non fan male per contorno;
alla sera, per divario, rompo qualche tafanario,
ed alterno con pompini, il culetto dei bambini.
Sulla punta del mio pene, mille infransi fiche amene;
vedi? Bando come un mulo alla vista del tuo culo!

IFIGONIA
Sai tu dirmi il mistero della sfinge
la quale prima caga e poi spinge?

UCCELLONE
Mi colma, oh Ifigonia, la tua parola oscura
i corpi cavernosi di gelida paura!
Già sento roteare, con ratto alterno moto,
i possenti testicoli entro il peloso scroto;
ho nel profondo cuore una puntura sorda
quasi che una dozzina di piattole mi morda.
Oh nobile fanciulla, alle parole altere
sento che si rilascia persino lo sfintere.

RE
E brami, o tracontante, la mano di mia figlia?
Col culo pieno d'aglio farai la Mille Miglia!

GRAN SACERDOTE
Sia subito eseguito il sovrano volere
Si porti senza indugio, d'aglio un gran paniere.
(Uccellone di Belmanico scoppia in una fragorosa risata)

RE
E ridi, o sconsigliato, al pensier di gran travaglio
di far la Mille Miglia col culo pieno d'aglio?

UCCELLONE
Mi fate pena, oh poveri coglioni,
chè per riempirmi il culo ne occorron tre vagoni!
Pieno d'aglio il sedere come l'errante ebreo,
io batterò in volata la rossa Alfa Romeo!

(Si allontana baldanzoso)

IFIGONIA (nostalgica)
Addio nobile Uccellone, mio prode Signore!
La tua robusta fava mi giunge fino al cuore.
Non hai colpa veruna se con l'uccello dritto,
giammai scandagliasti le Sfingi dell'Egitto,
se solo mille fiate alla tua chioma fulva
s'intrecciaron tenaci i peli della vulva.

RE
Non piangere Ifigonia, lustro dei peli miei,
sii paziente e devota ai detti degli Dei.

KIRO HITO
Io son Kiro Hito, son mandrillo;
lo metterei nel culo pure a un grillo.
Son figlio del Giappone, Kiro Hito,
ho un paio di coglioni di granito.
Ma facciam presto con le spiegazioni,
che temo di non star più nei pantaloni.

IFIGONIA
Stavasi un eremita in Poggibonsi
che non cacava e non faceva stronzi;
or dimmi: quando un rutto egli tirava,
ai suoi fedeli che impressione dava?

KIRO HITO
A simile domanda una risposta sola:
avea quell'eremita il retto nella gola!
La storia già ci narra del Principe Gargiulo,
il quale nella faccia rassomigliava a un culo,.
Ne son più che sicuro e dirlo posso lieto:
dell'eremita il rutto puzzava più di un peto!

(Il Gran Cerimoniere apre una pergamena e dà segni di approvazione)

RE
Un uomo siffatto che ha tanto cervello
ragiona certamente con l'uccello.
Eccoti dunque figlia bene amata,
la fava ritta, tanto sospirata!
Sii degna dell'uccello conquistato,
mai obliando i lustri del passato.
Ricorda Bertolina, tua germana,
ch'arrossiva sbucciando una banana,
ma che un dì, presa da furor demente,
cacciossi nella fica un ferro ardente
perchè al Baron Carlo dei Baroni
furon tagliati il cazzo ed i coglioni;
mentre la Filiberta illustre e saggia
il culo s'incendiò di acqua raggia:
aveva scelto la morte al nero duolo
di curarsi lo scol col protargolo;
e la nobil Figonia, tua bisava,
sempre invitta nel gioco della fava,
morì vetusta d'anni in un bordello,
col cuore trapassato da un uccello.

IFIGONIA
Il sorriso della fica la mia gioia alfin ti dica,
son felice e son beata perchè al fin sarò chiavata.
Ma vi giuro sugli Dei di pensare ancora ai miei;
al re, come alla regina che mi lecca la mattina:
a lui dono un sospensorio come stemma provvisorio,
ed a lei l'originale di un bel cazzo artificiale.

POPOLO
Noi siam felici, noi siam contenti,
si rizzin di gioia i cazzi frementi;
l'uccello del prence di gioia ci innonda
mettiamoci tosto il culo di sponda.

VERGINI
Noi siamo le vergini dai candidi manti,
s'intreccin le danze, s'innalzino i canti:
lasciamo le seghe, lasciamo i pompini,
mettiamo da parte i bei ditalini!
E' giorno di festa: l'azzurra pervinca
mettiamo all'occhiello del muso di tinca!

GRAN CERIMONIERE
E risuoni nella reggia, perlmeno una scoreggia!

(esegue)

(cala rapida la tela sul secondo atto)